sabato 28 luglio 2007

Luis Figo








Inizia a tirare i primi calci ad un pallone nella squadra dell'Union Futebol Club Os Pastilhas, e quando questa deve momentaneamente interropere l'attività si trasferisce allo Sporting Lisboa. Qui ha come allenatore Carlos Queiroz, che lo fa esordire in serie A a quasi 17 anni.
Nel 1989 vince con la nazionale l'Europeo Under16 e due anni dopo conquista il Mondiale Under20, in una squadra con Rui Costa e Joao Pinto, battendo in finale il Brasile.
Con il club vince nel 1995 la Coppa del Portogallo e nell'estate passa al Fútbol Club Barcelona, dove resta 5 anni. In questo periodo vince 2 campionati spagnoli, 2 Coppe del Re, 1 Coppa delle Coppe, una Supercoppa Europea e una Supercopa de España.
Nel 2000 è protagonista di un clamoroso trasferimento al Real Madrid, con cui in cinque anni vince due volte la Liga, oltre a Coppa dei Campioni, Coppa Intercontinentale, Supercoppa Europea e 2 di Spagna. Nel 2000 viene premiato con il Pallone d'oro. Famoso è ormai l'episodio durante il primo anno di Figo al Real, durante la partita Barcellona-Real Madrid. Figo si trovava vicino alla bandierina del calcio d'angolo impegnato in un'azione di gioco quando dagli spalti della sua ex-tifoseria, non proprio felice del "tradimento", volò la testa di un maiale che finì non molto distante dal giocatore.
In Spagna ha giocato 336 partite, con 68 goal; in Europa il suo score è 136 partite e 28 reti.
Nell'estate 2005 approda all'Inter, dove gioca tuttora e con cui ha vinto 2 Scudetti, 2 Coppe Italia e 2 Supercoppe Italiane. Alla fine di dicembre 2006 si diffonde la notizia secondo cui, stando a fonti non confermate, sarebbe stato imminente il passaggio del giocatore alla squadra araba dell'Al Ittihad. La notizia è stata inizialmente smentita con una nota ufficiale dell'Inter, che ha negato l'esistenza di una qualsiasi trattativa per la cessione di Figo, ma l'accordo tra le parti esiste e viene reso pubblico da alcune dichiarazioni ufficiali del proprietario dell' Al Ittihad, Mansour al-Balwi, e confermato da alcune foto del giocatore con il proprietario stesso, in cui viene presentata la nuova maglia di Figo con il numero 7. Terminato il campionato però Figo annuncia di aver rotto l'accordo con il club arabo a causa di un'inadempienza contrattuale dello stesso e qualche settimana più tardi annuncia di aver rinnovato fino al 2008 il contratto con l'Inter, al termine del quale accetterà un posto nella dirigenza neroazzurra.
In Nazionale ha esordito il 12 ottobre 1991 contro il Lussemburgo; fino a settembre 2006 conta 120 presenze e 31 goal: è il calciatore portoghese che più volte ha vestito la maglia della nazionale. Nel 2006 ha raggiunto il quarto posto ai Mondiali di Germania.
Nel marzo del 2004 Figo è stato inserito dal grande calciatore brasiliano Pelè all'interno del FIFA 100, la speciale graduatoria che include i più forti calciatori di tutti i tempi.
Nel giugno del 2007 Figo ha scelto di rimanere all'Inter un altro anno, per poi essere un dirigente dell'Inter, per favorire gli affari esteri della squadra.


Palmares

Club
1 Coppa Intercontinentale (2002)
1 Coppa dei Campioni (2002)
2 Supercoppe Europee (1997, 2002)
1 Coppa delle Coppe (1997)
4 Campionati spagnoli (1998, 1999, 2001, 2003)
2 Coppe del Re (1997, 1998)
3 Supercoppe spagnole (1996, 2001, 2003)
1 Coppa del Portogallo (1995)
1 Pallone d'oro (2000)
1 FIFA World Player (2000)
2 Scudetti (2006, 2007)
1 Coppa Italia (2006)
2 Supercoppe Italiane (2005, 2006)

domenica 3 giugno 2007

WALTER ADRIAN "THE WALL" SAMUEL







Inizia la carriera nel Newell's Old Boys dove gioca per due stagioni per poi passare al Boca Juniors nel quale rimane per tre stagioni fino al 2000, anno in cui viene ingaggiato dalla Roma.
Nella squadra giallorossa resta quattro anni vincendo, già al primo anno, uno Scudetto ed una Supercoppa Italiana, e guadagnandosi sia il posto fisso in nazionale, sia la fama mondiale. Il fisico possente e la freddezza mentale lo rendono un eccellente difensore, tanto da guadagnarsi il soprannome di "The Wall" poiché, per gli attaccanti avversari, è un vero e proprio muro. Diviene un pilastro fondamentale per la difesa romanista. Nella squadra guidata da Fabio Capello disputa sempre stagioni eccellenti,attirando l'interesse di molte società europee.
Per ragioni economiche i giallorossi sono tuttavia costretti a cederlo, nella stagione 2004/05 passa al Real Madrid, con cui, complice anche la deludente annata della squadra, non riesce ad esprimersi sui suoi consueti livelli. Nella Liga gioca 38 partite mettendo a segno 2 gol.
Dal 1° agosto 2005 gioca nell'Inter, con la quale ha vinto due Scudetti, una Coppa Italia e due Supercoppe Italiane.
Samuel fa parte della nazionale argentina, sebbene il suo rapporto con la maglia biancoceleste non sia dei migliori. Nel 2006 è stato infatti escluso dalla selezione per i Mondiali.
Walter Samuel, unanimemente riconosciuto come uno dei più forti difensori centrali del mondo, non a caso soprannominato "the wall" è anche uno dei cardini della Nazionale argentina, con la quale ha totalizzato oltre 40 presenze. Giocatore potente, fortissimo nel gioco aereo e dotato di notevole velocità. Dopo gli esordi nel Newell's Boys (Serie A argentina), il successivo passaggio al Boca Juniors, club con il quale ha conquistato la Copa Libertadores 2000, l'arrivo in Italia, quattro stagioni ed uno scudetto conquistato con la maglia della Roma. Successivamente il trasferimento al Real Madrid, finalmente l'Inter e subito la conquista della Supercoppa di Lega 2005 contro la Juventus.

Walter Adrian Samuel

nazionalità: Argentina

nato a: Firmat (Argentina)

il: 22 Marzo 1978

ruolo: Difensore

altezza: 183 cm

peso: 83 kg

FABIO GROSSO





Fabio Grosso (Roma, 28 novembre 1977) è un calciatore italiano che gioca come terzino sinistro nell'Inter e nella nazionale italiana. È alto 190 cm e pesa 79 kg.
Fluidificante dotato di buona tecnica ed eccellente calciatore di punizioni, è considerato uno dei migliori interpreti del suo ruolo in Italia. Nel 2006 ha vinto il Mondiale di Germania con la nazionale italiana, segnando la rete dell'1-0 nella semifinale contro la Germania e realizzando il rigore del trionfo, l'ultimo della serie di tiri dal dischetto nella finale di Berlino contro la Francia.
La sua carriera comincia nel campionato di Eccellenza, dove veste la maglia della Renato Curi, squadra di Città Sant'Angelo (PE) ricoprendo il ruolo di trequartista con compiti di rifinitore e regista. Il debutto tra i professionisti per Grosso avviene con il Chieti nel campionato di Serie C2, con il quale in tre stagioni realizza 17 reti in 68 presenze e la promozione della stessa squadra in C1 nel 2001. Nell'estate del 2001 approda al Perugia, allenato allora da Serse Cosmi che lo impiega invece come terzino sinistro fluidificante, ruolo che ne esalta ancora di più le doti e nel quale disputa tre ottime stagioni in Serie A che gli valgono anche la prima convocazione nella nazionale.
Nel gennaio del 2004, Grosso scende di categoria, in Serie B, ingaggiato dall'ambizioso Palermo, con il quale conquista subito la promozione nella serie maggiore. È rimasto legato ai rosanero fino al 5 giugno 2006, giorno in cui l'Inter ha ufficializzato il suo acquisto per 5,5 milioni di euro e la cessione a titolo definitivo di Hernan Dellafiore.
Con i nerazzurri vincerà il suo primo Scudetto nel 2007.
Grosso è stato un punto fermo della nazionale italiana guidata da Marcello Lippi, che lo ha fatto esordire in azzurro nel 2004.
Ha fatto parte dei 23 azzurri che hanno vinto i Mondiali del 2006. Durante gli ottavi di finale del torneo mondiale ha conquistato il rigore decisivo per la vittoria dell'Italia contro l'Australia e il passaggio ai quarti di finale contro l'Ucraina. Nella semifinale contro la Germania ha realizzato il gol che ha sbloccato la partita al 119' minuto nei tempi supplementari con un pregevole sinistro a rientrare, su assist di Pirlo, all'interno dell'area tedesca. In finale segna il rigore decisivo contro la Francia, chiudendo la partita sul punteggio di 6-4 per gli Azzurri e regalando all'Italia il quarto successo mondiale.
Con la maglia della nazionale ha finora collezionato 23 presenze e 2 gol.
Il suo gol nella semifinale con la Germania è stato considerato dalla FIFA il 4° più bel gol del Mondiale 2006.
L'americana Fox Sports ha definito perfetto il mese mondiale di Fabio Grosso. La prestazione del difensore azzurro a Germania 2006 è stata infatti inserita in una classifica ideale delle dieci performance perfette della storia dello sport. Grosso si trova in ottava posizione, dietro a Nadia Comaneci (ginnastica), Don Larsen (baseball), Rocky Marciano (boxe), Christian Laettner (basket), Mark Spitz (nuoto), Secretariat (un campione di galoppo) e Sandy Koufax (baseball). Dopo di lui, in 9ª e 10ª posizione Eric Heiden (pattinaggio) e Scott Wedman (basket)
Il video dell'ultimo rigore, quello determinante contro la Francia, è anche apparso nella pellicola Notte prima degli esami - oggi.
E’ stato, insieme a Marco Materazzi l’eroe dei Mondiali di Germania 2006. Tutta Italia e tutto il mondo hanno ancora negli occhi il suo splendido gol che, al due minuti dal termine del secondo tempo supplementare nella semifinale mondiale contro la Germania, ha virtualmente qualificato gli azzurri alla finalissima di Berlino. Suo l’ultimo rigore della serie contro la Francia che è valso alla Nazionale italiana il quarto titolo mondiale della sua storia. Nella sua carriera Fabio Grosso ha fatto tanta gavetta. Prima di arrivare in serie A, nella quale ha militato 3 anni nel Perugina e 3 nel Palermo, ha giocato 4 stagioni nel Renato Curi (dilettanti), tre nel Chieti (C-2) e una nel Teramo (C-2). Prima del Mondiale 2006 è stato acquistato dall’Inter. Fabio Grosso è un atleta 'perfetto'. Lo sostiene il network americano 'Fox' che ha messo in ordine le 10 performance sportive 'perfette' di ogni tempo, assegnando all'azzurro Fabio Grosso l'ottava posizione.Nella motivazione della 'Fox Sports' sta scritto che, al Mondiale, "il difensore italiano non ha giocato una partita perfetta, ma un mese perfetto. Grosso è il classico ‘bravo ragazzo, umile e molto disponibile con tutti. Ma possiede anche una personalità e una freddezza incredibili che dimostra di avere sempre in campo. Nato centrocampista offensivo, viene trasformato in esterno sinistro una volta raggiunta la serie A con il Perugina. Terzino o fluidificante mancino, può giocare sia in una linea arretrata formata da quattro uomini sia ricoprire tutta la fascia come eterno di un centrocampo a cinque. Ha una buona percentuale realizzativi su punizioni ed è considerato uno specialista per quanto riguarda i rigori

Fabio Grosso

nazionalità: Italia

nato a: Roma

il: 28 Novembre 1977

ruolo: Difensore

altezza: 190 cm

peso: 82 kg

IVAN RAMIRO "CAFFE COLOMBIA" CORBOBA







Ivan Cordoba "Non solo il difensore più veloce del Sudamerica. Il più veloce al mondo". Questa l'affermazione di Oscar Ruggeri, allenatore di Iván Córdoba nella squadra argentina del San Lorenzo de Almagro.
NazionaleIvan Cordoba esordisce in nazionale nel 1997 in Coppa America. L'unico gol quattro anni dopo, ma pesantissimo! È l'1-0 decisivo nella finale 2001 proprio della Coppa America fra Colombia, paese ospitante, e Messico a Bogotà davanti a 40.000 spettatori. Una soddisfazione che ripaga la delusione per essere stato escluso dalla fase finale della Coppa del Mondo FIFA 1998. Ivan Cordoba, ormai titolare inamovibile, partecipa anche alla Confederations Cup FIFA 2003 in Francia e, attualmente, alle qualificazioni alla Coppa del Mondo 2006, dove però è stato espulso nella partita persa 4-0 contro la Bolivia.
Squadre di clubIl difensore, un tempo nel mirino anche del Real Madrid CF, inizia con la squadra della sua città, l'Atlético Nacional de Medellín, dove trascorre due stagioni a metà degli anni '90 prima di passare al San Lorenzo, dove si mette definitivamente in luce. È l'Internazionale FC, a gennaio 2000, a comprarlo per 16 milioni di euro.
2000: all'Inter Ivan Cordoba si impone come uno dei migliori difensori di Serie A. Il giocatore non disdegna le puntate in avanti anche se deve aspettare la terza stagione per segnare il primo gol ufficiale in nerazzurro. Stagione deludente per lui come per tutta l'Inter, che vede sfumare lo Scudetto all'ultima giornata e uscire dalla Coppa UEFA in semifinale. Nel 2002/03 ancora delusione per Córdoba. L'Inter finisce seconda in campionato dietro la Juventus FC. Con le sue 45 presenze totali il difensore contribuisce comunque anche al raggiungimento della semifinale di UEFA Champions League, persa contro l'AC Milan. 2003/04: Ivan Cordoba Disputa 11 delle 12 gare dell'Inter in Europa fra Chempions League e Coppa UEFA Cup. Gioca altre 31 partite in Serie A e in Coppa Italia arriva alle semifinali, anche se viene espulso nella gara di ritorno a Milano contro la Juventus FC. Lo sapevi?Sotto la casacca nerazzurra Ivan Cordoba porta una maglietta con stampata la foto della primogenita, Paloma.
Marcatore estremamente efficace e corretto, e' straordinariamente pulito nei tackle e molto affidabile nei recuperi in velocita' Ha un fisico estremamente potente e un'elevazione impressionante nonostante la statura non elevata Questo, per via della straordinaria forza esplosiva che le sue gambe sono in grado di sprigionare In occasione del suo trasferimento all'Inter nel dicembre 1999, rifiuto' le offerte del Real Madrid pur di arrivare e Milano e vestire la casacca nerazzurra E' padre di Paloma e di Maria Belen






Maicon Douglas arriva all’Inter dopo quattro stagioni nel Cruzeiro, con il quale ha vinto 2 coppe nazionali brasiliane 1 campionato brasileiro, e due nel Monaco. A soli 25 anni è già considerato uno dei migliori e più promettenti esterni di fascia destra in circolazione a livello internazionale. Il ct della nazionale brasiliana Carlos Dunga l’ha convocato per gli impegni post Mondiali 2006 . Simpatico e carismatico, fisico esplosivo e ben strutturato. Forza fisica e tecnica. Capacità di giocare senza palla. Discreto senso del gol. Può giocare in più ruoli sulla fascia destra (terzino o centrocampista esterno) e in più sistemi di gioco.

Douglas Sisenando Maicon

nazionalità: Brasile

nato a: Criciuma (Bra)

il: 26 Luglio 1981

ruolo: Difensore

altezza: 184 cm

peso: 77 kg

MARCO "MATRIX" MATERAZZI







Nasce a Lecce il 19 Agosto del 1973. Figlio d'arte, il padre è allenatore, a 22 anni esordisce in serie C con la maglia del Trapani segnando due gol in tredici partite.L'anno successivo, a ventitre anni, viene ingaggiato dal Perugia in serie B ma disputa una sola partita, il secondo anno a Perugia è migliore del primo: quattordici partite e due gol in serie A.Nel '98 vola in Inghilterra dove veste la maglia dell'Everton, titolare della retroguardia con 27 gettoni e un gol.L'anno seguente torna al Perugia, forte di una nuova carica di esperienza, e riprende il posto di titolare giocando tutte le partite e segnando 5 gol.E' il 2000/2001 però, l'anno della consacrazione: 30 presenze e il record di gol per un difensore in Italia, ben 12, queste cifre gli hanno permesso di ottenere un posto in nazionale e un contratto con l'Inter. Ed è proprio all'Inter che dimostra tutta la sua bravura: nonostante una partenza a rilento e una valanga di cartellini gialli, che gli costano l'etichetta di cattivo l'anno seguente si prende una rivincita e diventa pedina fondamentale per la difesa di mister Cuper.Nello sfortunato mondiale nippocoreano del 2002 ha un ruolo da riserva nella difesa del Trap.Nel 2003/2004 è stato insostituibile nella difesa a quattro di Cuper ed è il leader della nuova difesa a tre voluta da Zaccheroni; è anche merito suo se la squadra in quell'anno ha dimezzato il computo dei gol subiti. Oltre ad essere un ottimo difensore è molto abile nei calci piazzati, la punizione contro il Modena in Recobalandia ne è la conferma, e nei colpi di testa, spina nel fianco di tutte le difese nei calci d'angolo.Nella Stagione 2004/2005 è ancora una volta il titolare della retroguardia nerazzurra di Mancini e nella successiva, nonostante l'arrivo di un grande difensore come Samuel, ha confezionato 22 gettoni segnando due reti.Il mondiale del 2006 lo corona campione del Mondo e protagonista della spedizione azzurra in Germania, è lui che sostituisce Nesta, infortunatosi contro la Rep. Ceca, e va subito in gol in quella partita qualificando gli azzurri alla fase successiva del torneo.Giocherà titolare tutte le restanti partite segnando la rete del pareggio in finale contro la Francia e uno dei cinque rigori nella memorabile notte del 9 luglio.Nella stagione 2006/07 nella partita che cosegna il 15° scudetto all'Inter, sigla i 2 gol della vittoria, portandosi a 10 reti segnate in campionato... "roba da attaccanti"!!!
Difensore centrale molto abile nei contrasti, e' quasi infallibile sui calci di punizione e di rigore, a riprova delle indubbie doti tecniche E' figlio d'arte: suo padre Giuseppe e' un tecnico di fama internazionale, gia' allenatore di Pisa, Lazio, Bari, Padova, Brescia, Piacenza, Sporting Lisbona e Tianjin Teda Ha iniziato a giocare fra i dilettanti, passando anche per i campi polverosi della serie C siciliana Con 12 gol segnati ha superato il record assoluto di centri per un difensore nel campionato italiano: precedentemente, il primato apparteneva al fiorentino Daniel Passarella, autore di 11 reti nella stagione 1985/86 Ha esordito in nazionale il 25/4/2001 (gara amichevole, Italia-Sudafrica 1-0) partecipando sia al mondiale nippo-coreano del 2002 che a Euro2004 in Portogallo E' stato Ilario Castagner, suo allenatore al Perugia, a consigliare Materazzi all'ex CT Giovanni Trapattoni per la difesa azzurra: "Gia' due anni prima avevo suggerito a Ghedin, collaboratore di Trapattoni il nome di Marco. Meritava da tempo una chance di quel tipo". Determinante il suo apporto nella conquista della Coppa del Mondo 2006 in Germania .

Marco Materazzi

nazionalità: Italia

nato a: Lecce

il: 19 Agosto 1973

ruolo: Difensore

altezza: 193 cm

peso: 92 kg





Esterno destro infaticabile, sa difendere ed attaccare con ottima disinvoltura E' cresciuto nella zona portuale di Buenos Aires, nel quartiere Dock Sud Ancora bambino, e' riuscito a conciliare l'impegno scolastico con quello lavorativo, aiutando il padre muratore senza trascurare nel contempo la propria passione per il football Ha tirato i primi calci ad un pallone su un campo di periferia, della cui manutenzione si occupava personalmente Nel 1992, appena diciannovenne, ha conosciuto Paula, che sette anni dopo sarebbe diventata sua moglie Oggi Paula Zanetti, figlia di un docente universitario, si dedica con buoni risultati alla fotografia, divertendosi ad immortalare da bordo campo Javier durante i match casalinghi dell'Inter Considera il momento piu' bello della propria carriera la finale di coppa Uefa a Parigi vinta dai nerazzurri grazie anche ad un suo gol Il suo modello di giocatore e' rappresentato da Lothar Matthaeus I suoi attori preferiti sono Tom Cruise e Demi Moore, ma il film che ha maggiormente apprezzato e' 'Amarsi', con Andy Garcia e Meg Ryan Non si considera particolarmente scaramantico, ma quando entra in campo prima di ogni partita si fa un segno di croce, proprio come il suo migliore amico ed ex compagno di squadra: Ivan Zamorano. Il suo sostegno per la Fundaciòn Pupi - che assiste i bambini emarginati delle periferie argentine - si è rafforzato nella stagione 2003/04 Ha raggiunto e superato il traguardo delle 400 presenze con la maglia dell'Inter, diventando il quinto calciatore con il maggior numero di presenze in nerazzurro.

Javier Zanetti

nazionalità: Argentina

nato a: Buenos Aires

il: 10 Agosto 1973

ruolo: Difensore

altezza: 178 cm

peso: 75 kg

sabato 2 giugno 2007









Nicolas Andres Burdisso, roccioso difensore centrale proveniente dal Boca Juniors, nella sua breve ma già luminosa carriera, ha già vinto moltissimi trofei tra i quali spiccano le tre Coppe Libertadores (2000, 2001, 2003) e le due Coppe Intercontinentali (2000, 2003), l'ultima delle quali a spese del Milan. Fisicamente, molto dotato, alto e robusto è tuttavia un giocatore di grande versatilità, in grado di disimpegnarsi in tutti e quattro i ruoli difensivi ed è dotato di pregevole tecnica individuale. Non disdegna qualche puntata in avanti distinguendosi anche in fase realizzativa. Il primo gol di Burdisso in una competizione internazionale risale all' incontro del 24 gennaio 2001 tra e nazionali Under 20 di Ecuador e Argentina. La prima rete messa a segno nel campionato argentino risale al febbraio 2001 durante l'incontro Boca Juniors-Newell's Old Boys.

nazionalità: Argentina

nato a: Altos de Chipion

il: 12 Aprile 1981

ruolo: Difensore

altezza: 182 cm

peso: 81 kg





Portiere di straordinarie doti tecniche, esibisce un'eccezionale reattivita' tra i pali ed un'estrema sicurezza nelle uscite alte Cresciuto calcisticamente nelle giovanili del Milan, tra i diciannove e i ventitre anni ha compiuto un triplo salto di categoria, passando dalla serie C2 (con il Trento) alla serie A (con la Fiorentina) in appena quattro stagioni In carriera ha sempre avuto tecnici d'eccezione: Alberto Cavasin, Francesco Guidolin, Claudio Ranieri, Alberto Malesani, Giovanni Trapattoni, Fatih Terim La storia del suo rapporto con la nazionale ha dell'incredibile. Convocato a sorpresa per un improvviso infortunio di Peruzzi, comincia dalla panchina in Croazia-Italia (8/10/1995). Al 10' del primo tempo, pero', l'espulsione di Bucci gli permette di debuttare in maglia azzurra: l'incontro termina 1-1 e Toldo e' fra i migliori in campo Qualche anno dopo, nel giugno del 2000, ad una sola settimana dall'inizio dei campionati europei di Olanda e Belgio, Buffon si frattura una mano: Francesco e' promosso titolare e si consacra campione di levatura mondiale, offrendo una prestazione strepitosa in occasione della semifinale vinta ai rigori dall'Italia contro l'Olanda Nel 2004 ha annunciato il suo ritiro dalla nazionale dopo l'eliminazione al primo turno nell'Europeo 2004 dicendo "Solo l'Inter, ora". Aveva mosso i primi passi nel mondo del calcio giocando da terzino destro per la squadra pulcini di una piccola societa' della provincia di Padova: fu l'occasionale assenza di un portiere in corrispondenza di una partita di campionato ad indurre il suo allenatore a schierarlo fra i pali Toldo aveva tredici anni: da allora non ha mai piu' cambiato ruolo in campo.

Francesco Toldo

nazionalità: Italia

nato a: Padova

il: 2 Dicembre 1971

ruolo: Portiere

altezza: 196 cm

peso: 90 kg

JULIO CESAR











Dopo sei stagioni e mezza nel Flamengo, arriva in Italia già via Inter, ma viene sistemato nel Chievo Verona, per conoscere meglio la serie A. A soli 26 anni è già considerato uno dei più forti portieri in circolazione a livello internazionale. Titolarte della nazionale brasiliana che ha vinto, ai rigori e contro l'Argentina, l'edizione 2004 della Coppa America. Simpatico e carismatico, fisico esplosivo e ben strutturato. Reattivo tra i pali, è molto abile nelle uscite, sia alte che basse e dispone di grande tecnica di base, infatti si distingue anche nella trasformazione di punizioni e rigori.




Soares Espindola Julio Cesar


nazionalità: Brasile


nato a: Rio De Janeiro (BRA)


il: 3 Settembre 1979

altezza: 186 cm


peso: 79 kg


ruolo: Portiere




LA STORIA DELL'INTER






























La storia dell' Inter, o meglio: del "Football Club Internazionale di Milano", ha inizio la sera del 9 marzo 1908. "Inter" sta infatti per "Internazionale", vale a dire una squadra aperta verso l'estero, anche nel senso di offrire spazio a giocatori non italiani (come il suo primo Capitano, lo svizzero Manktl). L'Inter era la risposta al preesistente "Milan Cricket and Football Club", e si sentiva ben simboleggiata dal dipinto dedicatole dal pittore Giorgio Muggiani. I colori della Società - oro, nero, azzurro - sono rimasti gli stessi di oggi. Primo Presidente era il veneziano Giovanni Paramithiotti.
Due anni dopo arriva il primo scudetto, conquistato con un bel risultato (11-3) contro la Pro Vercelli, dopo un campionato non facile. Con la Grande Guerra si manifesta il caos, anche per la nostra Inter. Il Capitano del primo scudetto, Virgilio Fossati, partito per il fronte, fu uno dei tanti che non tornarono più a casa. Il Presidente di allora era Giuseppe Visconti di Modrone.
Passato questo periodo così difficile, l'Inter riesce comunque a recuperare alla grande la sua grinta e la sua voglia di sognare: nel primo campionato organizzato nel dopoguerra vince infatti il secondo scudetto, battendo il Livorno per 3-2, il 20 giugno1920.
Durante il successivo periodo fascista probabilmente non risulta gradita l'apertura "internazionale" della squadra: l'Inter è costretta a fondersi con l'Unione Sportiva Milanese, cambiando nome e maglia. Si trasforma in Ambrosiana, con maglia bianca rossocrociata. Ma i suoi tifosi la sostengono all'Arena, urlando come sempre "Forza Inter". Nel 1932 viene concessa la possibilità di abbinare i due nomi: nasce quindi l'Ambrosiana-Inter.
Il terzo scudetto arriva nel 1930, a dieci anni dal precedente. E' il periodo di Giuseppe Meazza e dei suoi successi in Nazionale (ai Mondiali del '34 e del '38).
Il quarto scudetto l'Inter lo conquista proprio nel 1938, con Meazza. E, nel 1939, arriva anche la prima Coppa Italia. Nel '40 Meazza si infortuna gravemente e la squadra deve farne a meno per l'intera stagione.
Nonostante questo grosso inconveniente, dopo aver lottato con il Bologna fino all'ultimo giorno, nel giugno del 1940 la vittoria è per l'Inter: quinto scudetto. Otto giorni dopo, Mussolini annuncia l'entrata in guerra al fianco della Germania.
Il campionato continuerà fino al giugno del 1943: oltre non è più possibile, per ovvie ragioni. Dal 1942 il Presidente è Carlo Masseroni: la squadra recupera il suo nome originario "Internazionale" e, nel 1945, tutti la riconoscono semplicemente come "Inter". A questo punto è d'obbligo ricordare che il grande Meazza, dopo aver segnato 224 gol per l'Inter sui suoi complessivi 248, e dopo aver concluso le sue ultime stagioni al Milan e alla Juventus, lascia il calcio. A lui è dedicato lo stadio dove adesso giocano Milan e Inter, ristrutturato per i Mondiali di Italia '90 con l'edificazione di un terzo anello che ne ha portato la capienza complessiva a 85.000 posti.
Durante i primi anni Cinquanta, Inter significa Armano e "Veleno" Lorenzi, l'olandese Wilker, lo svedese "Nacka" Skoglund e l'ungherese-apolide Nyers: un attacco fortissimo. Per non parlare dell'imbattibile portiere, Giorgio Ghezzi, detto "il Kamikaze", e dell'allenatore Alfredo Foni. Tutti insieme portano all'Inter, nel 1953, il sesto scudetto.
Non basta: nel 1954, la squadra conquista il settimo scudetto.
Nel 1955 diventa Presidente Angelo Moratti, petroliere: "il Presidente", che accompagnerà l'Inter a livelli indimenticabili. Le altre squadre sono davvero forti: Milan, Juventus, Fiorentina.. All'Inter arrivano Massei, Vonlanthen, Firmani, si avvicendano allenatori, si impegna Meazza, ma i risultati non sono buoni. Nel 1957, però, arriva l'argentino Antonio Valentin Angelillo, cresciuto nel Boca di Buenos Aires e l'anno dopo realizza per l'Inter ben 33 gol durante il campionato. Un record imbattuto, ma insufficiente: serve solo a raggiungere il terzo posto, dopo Milan e Fiorentina. Ma il suo Presidente continua a credere nelle potenzialità, nelle qualità della Squadra. E con lui, sua moglie Erminia, che ha reso la squadra quasi una grande famiglia, e i suoi figli, tra i quali Massimo, attuale Presidente.
Alla fine degli anni Cinquanta, nel 1958, la svolta decisiva: fra i giovani, a 16 anni, entra Mario Corso. Nel 1960, arrivano Italo Allodi, che si occuperà della Società per 20 anni, e Helenio Herrera, che allenava in Spagna. Herrera è un tipo meticoloso, che sta sempre con gli occhi addosso alla squadra e conosce davvero il calcio.
Il campionato del 1961 si conclude per un soffio a favore della Juventus, dopo episodi incredibili... Una partita, sospesa per invasione di campo e data vinta dall'Inter a tavolino per 0-2, viene rimessa in gioco a torneo concluso. L'Inter, per provocazione, mette in campo i giovani della Primavera e perde per 9-1. Quel gol è di Sandro Mazzola. C'è l'esordio di Giacinto Facchetti e la ripresa di Picchi, Burgnich, Zaglio. Lascia invece Angelillo, e poi anche Lindskog e Firmani. Ma arrivano Bettini, Hitchens e Suarez.
Il 1963 è l'anno dell'ottavo scudetto. La leggenda dice che sia stato proprio il Presidente a dare la formazione decisiva, con Bugatti, Bolchi e Maschio al posto di Buffon, Zaglio e Di Giacomo.L'anno successivo la lotta è con il Bologna. A due punti dai rossoblu, l'Inter riconquista il primo posto in classifica. Il Bologna, prima accusato di doping e penalizzato, viene poi riabilitato dalla Federazione, che gli rende i tre punti, riportandolo alla pari con l'Inter.
Siamo nell'anno 1964. Prima dello spareggio, il Prater di Vienna ospita la finale di Coppa dei Campioni. L'Inter vince in modo entusiasmante, contro il Real Madrid, 3-1, con due gol di Mazzola e uno di Milani. Alcuni giorni dopo, il Bologna si aggiudica lo spareggio scudetto.
Ma l'Inter è comunque fortissima: vince a Madrid per 1-0, nello spareggio per la conquista della Coppa Intercontinentale, contro gli argentini dell'Independiente, dopo lo 0-1 di Buenos Aires e il 2-0 di San Siro. Ai supplementari Mario Corso, di sinistro, decide la partita. E' la squadra di Milani, Facchetti, Domenghini...
Nel 1965 si aggiudica il nono scudetto, e come l'anno precedente dieci giorni prima c'è la vittoria nella Coppa dei Campioni. Dopo aver eliminato il Liverpool in semifinale con un bel 3-0 di Corso, Peirò e Facchetti, l'Inter a San Siro annienta il Benfica con un gol di Jair, brasiliano. Di nuovo l'Independiente deve cedere e la Coppa Intercontinentale va all'Inter per la seconda volta.
Il decimo scudetto, del 1965, quello con la stella, è quello che vede Picchi come Capitano, Angelo Moratti come Presidente e Helenio Herrera come allenatore. E' un momento magico, la fine di un'era. Due anni dopo, Moratti affida l'Inter a Fraizzoli, pur non abbandonandola mai con il cuore. Stiamo arrivando così alla storia più recente dell'Inter.
Una volta conclusa l'epoca magica del "Mago" Helenio e il periodo d'oro di Angelo Moratti, si sono succeduti allenatori quali Foni, Heriberto Herrera, Gianni Invernizi. Nel 1971 arriva lo scudetto n°11.
Otto anni dopo l'Inter si aggiudica la Coppa Italia, con i gol di Altobelli e Bini contro il Napoli. Nel 1980, il dodicesimo scudetto, con allenatore Bersellini.
Alla terza vittoria in Coppa Italia, Fraizzoli lascia la Presidenza a Ernesto Pellegrini. Pellegrini regala ai tifosi Karl Heinz Rummenigge e, due anni dopo, sceglie Giovanni Trapattoni come allenatore. Nel campionato '88/'89 arrivano anche, sempre dalla Germania, Matthaeus e Brehme. In squadra ci sono Walter Zenga, Bergomi, Ferri, Alessandro Bianchi, Berti e Diaz. In 34 partite l'Inter accumula 58 punti e realizza uno scudetto da record, il tredicesimo.
Nel 1989 arriva anche la Supercoppa Italiana e nel 1990 l'ammissione in Coppa Uefa. Nel maggio del 1991, dopo ventisei anni dall'ultima vittoria internazionale, l'Inter torna al successo in Europa battendo la Roma.
Ancora Coppa Uefa nel 1994, battendo il Casino Salisburgo con gol di Berti, a Vienna, e di Jonk, a San Siro.
Dal 18 febbraio 1995, il Presidente della Società è Massimo Moratti, figlio terzogenito di Angelo: l'amore per la squadra lo ha respirato in casa, quasi ereditato "geneticamente". Sarebbe bello che con lui la squadra tornasse ai livelli migliori.