La storia dell' Inter, o meglio: del "Football Club Internazionale di Milano", ha inizio la sera del 9 marzo 1908. "Inter" sta infatti per "Internazionale", vale a dire una squadra aperta verso l'estero, anche nel senso di offrire spazio a giocatori non italiani (come il suo primo Capitano, lo svizzero Manktl). L'Inter era la risposta al preesistente "Milan Cricket and Football Club", e si sentiva ben simboleggiata dal dipinto dedicatole dal pittore Giorgio Muggiani. I colori della Società - oro, nero, azzurro - sono rimasti gli stessi di oggi. Primo Presidente era il veneziano Giovanni Paramithiotti.
Due anni dopo arriva il primo scudetto, conquistato con un bel risultato (11-3) contro la Pro Vercelli, dopo un campionato non facile. Con la Grande Guerra si manifesta il caos, anche per la nostra Inter. Il Capitano del primo scudetto, Virgilio Fossati, partito per il fronte, fu uno dei tanti che non tornarono più a casa. Il Presidente di allora era Giuseppe Visconti di Modrone.
Passato questo periodo così difficile, l'Inter riesce comunque a recuperare alla grande la sua grinta e la sua voglia di sognare: nel primo campionato organizzato nel dopoguerra vince infatti il secondo scudetto, battendo il Livorno per 3-2, il 20 giugno1920.
Durante il successivo periodo fascista probabilmente non risulta gradita l'apertura "internazionale" della squadra: l'Inter è costretta a fondersi con l'Unione Sportiva Milanese, cambiando nome e maglia. Si trasforma in Ambrosiana, con maglia bianca rossocrociata. Ma i suoi tifosi la sostengono all'Arena, urlando come sempre "Forza Inter". Nel 1932 viene concessa la possibilità di abbinare i due nomi: nasce quindi l'Ambrosiana-Inter.
Il terzo scudetto arriva nel 1930, a dieci anni dal precedente. E' il periodo di Giuseppe Meazza e dei suoi successi in Nazionale (ai Mondiali del '34 e del '38).
Il quarto scudetto l'Inter lo conquista proprio nel 1938, con Meazza. E, nel 1939, arriva anche la prima Coppa Italia. Nel '40 Meazza si infortuna gravemente e la squadra deve farne a meno per l'intera stagione.
Nonostante questo grosso inconveniente, dopo aver lottato con il Bologna fino all'ultimo giorno, nel giugno del 1940 la vittoria è per l'Inter: quinto scudetto. Otto giorni dopo, Mussolini annuncia l'entrata in guerra al fianco della Germania.
Il campionato continuerà fino al giugno del 1943: oltre non è più possibile, per ovvie ragioni. Dal 1942 il Presidente è Carlo Masseroni: la squadra recupera il suo nome originario "Internazionale" e, nel 1945, tutti la riconoscono semplicemente come "Inter". A questo punto è d'obbligo ricordare che il grande Meazza, dopo aver segnato 224 gol per l'Inter sui suoi complessivi 248, e dopo aver concluso le sue ultime stagioni al Milan e alla Juventus, lascia il calcio. A lui è dedicato lo stadio dove adesso giocano Milan e Inter, ristrutturato per i Mondiali di Italia '90 con l'edificazione di un terzo anello che ne ha portato la capienza complessiva a 85.000 posti.
Durante i primi anni Cinquanta, Inter significa Armano e "Veleno" Lorenzi, l'olandese Wilker, lo svedese "Nacka" Skoglund e l'ungherese-apolide Nyers: un attacco fortissimo. Per non parlare dell'imbattibile portiere, Giorgio Ghezzi, detto "il Kamikaze", e dell'allenatore Alfredo Foni. Tutti insieme portano all'Inter, nel 1953, il sesto scudetto.
Non basta: nel 1954, la squadra conquista il settimo scudetto.
Nel 1955 diventa Presidente Angelo Moratti, petroliere: "il Presidente", che accompagnerà l'Inter a livelli indimenticabili. Le altre squadre sono davvero forti: Milan, Juventus, Fiorentina.. All'Inter arrivano Massei, Vonlanthen, Firmani, si avvicendano allenatori, si impegna Meazza, ma i risultati non sono buoni. Nel 1957, però, arriva l'argentino Antonio Valentin Angelillo, cresciuto nel Boca di Buenos Aires e l'anno dopo realizza per l'Inter ben 33 gol durante il campionato. Un record imbattuto, ma insufficiente: serve solo a raggiungere il terzo posto, dopo Milan e Fiorentina. Ma il suo Presidente continua a credere nelle potenzialità, nelle qualità della Squadra. E con lui, sua moglie Erminia, che ha reso la squadra quasi una grande famiglia, e i suoi figli, tra i quali Massimo, attuale Presidente.
Alla fine degli anni Cinquanta, nel 1958, la svolta decisiva: fra i giovani, a 16 anni, entra Mario Corso. Nel 1960, arrivano Italo Allodi, che si occuperà della Società per 20 anni, e Helenio Herrera, che allenava in Spagna. Herrera è un tipo meticoloso, che sta sempre con gli occhi addosso alla squadra e conosce davvero il calcio.
Il campionato del 1961 si conclude per un soffio a favore della Juventus, dopo episodi incredibili... Una partita, sospesa per invasione di campo e data vinta dall'Inter a tavolino per 0-2, viene rimessa in gioco a torneo concluso. L'Inter, per provocazione, mette in campo i giovani della Primavera e perde per 9-1. Quel gol è di Sandro Mazzola. C'è l'esordio di Giacinto Facchetti e la ripresa di Picchi, Burgnich, Zaglio. Lascia invece Angelillo, e poi anche Lindskog e Firmani. Ma arrivano Bettini, Hitchens e Suarez.
Il 1963 è l'anno dell'ottavo scudetto. La leggenda dice che sia stato proprio il Presidente a dare la formazione decisiva, con Bugatti, Bolchi e Maschio al posto di Buffon, Zaglio e Di Giacomo.L'anno successivo la lotta è con il Bologna. A due punti dai rossoblu, l'Inter riconquista il primo posto in classifica. Il Bologna, prima accusato di doping e penalizzato, viene poi riabilitato dalla Federazione, che gli rende i tre punti, riportandolo alla pari con l'Inter.
Siamo nell'anno 1964. Prima dello spareggio, il Prater di Vienna ospita la finale di Coppa dei Campioni. L'Inter vince in modo entusiasmante, contro il Real Madrid, 3-1, con due gol di Mazzola e uno di Milani. Alcuni giorni dopo, il Bologna si aggiudica lo spareggio scudetto.
Ma l'Inter è comunque fortissima: vince a Madrid per 1-0, nello spareggio per la conquista della Coppa Intercontinentale, contro gli argentini dell'Independiente, dopo lo 0-1 di Buenos Aires e il 2-0 di San Siro. Ai supplementari Mario Corso, di sinistro, decide la partita. E' la squadra di Milani, Facchetti, Domenghini...
Nel 1965 si aggiudica il nono scudetto, e come l'anno precedente dieci giorni prima c'è la vittoria nella Coppa dei Campioni. Dopo aver eliminato il Liverpool in semifinale con un bel 3-0 di Corso, Peirò e Facchetti, l'Inter a San Siro annienta il Benfica con un gol di Jair, brasiliano. Di nuovo l'Independiente deve cedere e la Coppa Intercontinentale va all'Inter per la seconda volta.
Il decimo scudetto, del 1965, quello con la stella, è quello che vede Picchi come Capitano, Angelo Moratti come Presidente e Helenio Herrera come allenatore. E' un momento magico, la fine di un'era. Due anni dopo, Moratti affida l'Inter a Fraizzoli, pur non abbandonandola mai con il cuore. Stiamo arrivando così alla storia più recente dell'Inter.
Una volta conclusa l'epoca magica del "Mago" Helenio e il periodo d'oro di Angelo Moratti, si sono succeduti allenatori quali Foni, Heriberto Herrera, Gianni Invernizi. Nel 1971 arriva lo scudetto n°11.
Otto anni dopo l'Inter si aggiudica la Coppa Italia, con i gol di Altobelli e Bini contro il Napoli. Nel 1980, il dodicesimo scudetto, con allenatore Bersellini.
Alla terza vittoria in Coppa Italia, Fraizzoli lascia la Presidenza a Ernesto Pellegrini. Pellegrini regala ai tifosi Karl Heinz Rummenigge e, due anni dopo, sceglie Giovanni Trapattoni come allenatore. Nel campionato '88/'89 arrivano anche, sempre dalla Germania, Matthaeus e Brehme. In squadra ci sono Walter Zenga, Bergomi, Ferri, Alessandro Bianchi, Berti e Diaz. In 34 partite l'Inter accumula 58 punti e realizza uno scudetto da record, il tredicesimo.
Nel 1989 arriva anche la Supercoppa Italiana e nel 1990 l'ammissione in Coppa Uefa. Nel maggio del 1991, dopo ventisei anni dall'ultima vittoria internazionale, l'Inter torna al successo in Europa battendo la Roma.
Ancora Coppa Uefa nel 1994, battendo il Casino Salisburgo con gol di Berti, a Vienna, e di Jonk, a San Siro.
Dal 18 febbraio 1995, il Presidente della Società è Massimo Moratti, figlio terzogenito di Angelo: l'amore per la squadra lo ha respirato in casa, quasi ereditato "geneticamente". Sarebbe bello che con lui la squadra tornasse ai livelli migliori.